Il pensiero di stabilire il potere arbitrario col soccorso delle armi forestiere, e riducendo il Regno alla condizione di principato dipendente, non entrò mai nel suo cervello. Era suo intendimento affezionare alla Monarchia quelle classi di uomini le quali le erano state ferme alleate mentre ardevano le lotte della precedente generazione, e che se n'erano disgustate a cagione de' recenti delitti ed errori della Corte. Con lo aiuto dei vecchi interessi de' Cavalieri, cioè con lo aiuto de' Nobili, dei gentiluomini delle campagne, del Clero, delle Università, pensava egli che Carlo avrebbe potuto essere sovrano, se non assoluto, almeno potente al pari di Elisabetta.
Mosso da cotali pensieri, Danby intese ad assicurare al partito de' Cavalieri lo esclusivo possesso di tutto il potere politico, tanto esecutivo quanto legislativo. Nell'anno 1675, adunque, fu proposta ai Lordi una legge, nella quale veniva ordinato che niuno potesse occupare un ufficio qualunque, o aver seggio nelle due Camere del Parlamento, senza aver prima dichiarato con giuramento di considerare come criminosa la resistenza fatta in qualunque caso al potere regio, e di non contribuire giammai ad alterare il Governo della Chiesa o dello Stato. Per parecchie settimane, le discussioni, le scissure, le proteste, cui fu cagione la predetta proposta, tennero in grande commovimento il paese. La opposizione nella Camera de' Comuni, capitanata da due membri della Cabala che volevano far pace con la nazione, cioè da Buckingham e Shaftesbury, fu oltremodo veemente e pertinace, ed infine riusci vittoriosa.
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