A Luigi e al partito patriottico una sola cosa era comune; vale a dire un profondo diffidare di Carlo. Se quel partito fosse stato sicuro che il Re intendeva guerreggiare contro la Francia, sarebbe stato prontissimo a sostenerlo. Se Luigi fosse stato sicuro che le nuove leve fossero destinate a muovere guerra solo alla Costituzione dell'Inghilterra, non si sarebbe provato d'impedirle. Ma la instabilità e perfidia di Carlo erano tali, che il Governo Francese e la opposizione inglese, discordi in ogni altra cosa, concordavano nel non credere alle sue proteste, e volevano egualmente tenerlo povero e senza esercito. Si apersero comunicazioni tra Barillon ambasciatore di Luigi, e que' politici inglesi che avevano sempre sentito e tuttavia sinceramente sentivano grandissima avversione alla preponderanza francese. Guglielmo Lord Russell, figlio del Conte di Bedford, che era l'uomo più onesto del partito patriottico, non abborrì di tramare con un Ministro straniero, onde tenere nell'imbarazzo il proprio Sovrano. In ciò consisteva tutta la colpa di Russell. I suoi principii e le sue ricchezze lo rendevano inaccessibile ad ogni tentazione d'indole sordida; ma v'è molta ragione a credere, che parecchi de' suoi colleghi fossero meno scrupolosi di lui. Sarebbe cosa ingiusta addebitarli della ribalderia di avere ricevuto la mancia per recare detrimento alla patria: all'incontro, intendevano giovarla; ma è impossibile negare che fossero abietti e poco delicati, allorchè, per servirla, si lasciavano pagare da un principe forestiero.
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