Aveva gią professata la religione cattolica romana, e passato qualche tempo nei collegii inglesi dell'Ordine de' Gesuiti sul continente, e in cotesti seminarii udito molto parlare intorno ai mezzi migliori di ricondurre l'Inghilterra al grembo della vera Chiesa. Da siffatti discorsi aveva raccolta materia a costruire un orribile romanzo, somiglievole pił presto ad un sogno d'infermo, che a qualunque altra cosa del mondo esistente. Il Papa, diceva egli, aveva affidato il Governo dell'Inghilterra ai Gesuiti. I Gesuiti avevano, per via di commissioni munite del sigillo della loro societą, nominato preti, nobili e gentiluomini cattolici, a tutti i pił alti ufficii della Chiesa e dello Stato. I Papisti avevano una volta bruciata Londra. Eransi provati ad incendiarla di nuovo. A que' tempi ordivano una trama per appiccare fuoco a tutti i legni esistenti nel Tamigi. Dovevano, ad un segno convenuto, insorgere e far macello di tutti i protestanti. Un'armata francese doveva nel momento istesso sbarcare in Irlanda. Tutti i principali uomini di Stato e gli ecclesiastici d'Inghilterra dovevano essere assassinati. Tre o quattro progetti eransi formati per assassinare il Re. Dovevano pugnalarlo, dargli il veleno nel medicamento, tirargli con lo archibugio carico a palle d'argento. L'opinione pubblica era in tale eccitamento, che siffatte fandonie ottennero tosto credenza nelle menti del volgo; e due fatti poco dopo seguiti, indussero non pochi uomini di senno a sospettare, che la novella, quantunque manifestamente sformata ed esagerata, avesse qualche fondamento di vero.
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