Nel medesimo giorno, la stampa in Inghilterra divenne libera per breve tempo. Anticamente, gli stampatori erano stati soggetti al rigido sindacato della Camera Stellata. Il Lungo Parlamento l'aveva abolito; ma, ad onta de' filosofici ed eloquenti rimproveri di Milton, aveva istituita e conservata la censura. Subito dopo la Restaurazione, era stata fatta una legge che inibiva la stampa di libri non muniti di licenza; ed erasi provveduto che siffatta legge rimanesse in vigore sino al chiudersi della prima sessione del prossimo Parlamento. Quel termine era arrivato, e il Re nel tempo stesso che licenziava le Camere, emancipò la stampa.
XLIX. Poco dopo la proroga, seguì lo scioglimento e la elezione generale. Grande era lo zelo e la forza dell'opposizione. Gridavasi più che mai a favore della Legge d'Esclusione: al quale grido ne mescolavano un altro che infiammò il sangue della moltitudine, e che svegliò dolore e paura ne' petti de' prudenti amici della libertà. Non solo vennero assaliti i diritti del Duca di York che era papista conosciuto, ma quelli delle sue due figlie, le quali erano sincere e calde protestanti. Affermavano come cosa certa, che il maggior figlio naturale del Re era nato di matrimonio, ed era quindi erede legittimo della Corona.
Carlo, mentre era pellegrino sul continente, aveva amoreggiato all'Aja con Lucia Walters, bellissima fanciulla del paese di Galles, ma di poco intendimento e di costumi corrotti. Diventata amante di lui, gli partorì un figlio. Un innamorato sospettoso ne avrebbe concepito qualche dubbio; perocchè la donna aveva parecchi vagheggiatori, e credevasi che non fosse crudele a tutti.
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