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      Nonostante, lo spirito de' Whig non era domo. Quantunque fossero in tristi condizioni, formavano tuttavia un partito numeroso e potente; e come si mostravano forti nelle grandi città, e massimamente nella metropoli, facevano rumore e sembianza più di quanto ne comportava la loro forza positiva. Inanimiti dalla rimembranza dei passati trionfi, e dal sentimento della oppressione presente, esageravano e la forza e i danni propri. Non erano in istato di giudicare se le cose fossero giunte a quegli estremi che soli possono giustificare l'uso d'un rimedio così violento, come è la resistenza ad un Governo stabilito. Per quanti sospetti potessero essi aver concepiti, non potevano provare che il loro Sovrano aveva concluso un trattato con la Francia contro la religione e le libertà dell'Inghilterra. Le apparenze non erano bastevoli a giustificare il ricorso alla spada. Se la Legge d'Esclusione era stata rigettata, ciò avevano fatto i Lordi nello esercizio di un diritto antico quanto la Costituzione. Se il Re aveva sciolto il Parlamento di Oxford, aveva così operato per virtù di una prerogativa che non era stata mai messa in dubbio. Se la Corte, dopo il riferito scioglimento, era trascorsa ad atti duri, tali atti erano strettamente conformi alla lettera della legge, ed alla recente pratica degli stessi malcontenti. Se il Re aveva perseguitati i suoi avversari, gli aveva perseguitati secondo le forme debite innanzi ai debiti tribunali. Le prove che ora producevansi a pro della Corona, erano almeno meritevoli di fede quanto quelle per virtù delle quali il più nobile sangue inglese era stato, poco innanzi, versato dalla opposizione.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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