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      E però, non poteva ragionevolmente dubitarsi, che qualora essi tentassero una insurrezione, fallirebbero. E anche meno poteva dubitarsi che il mal esito della impresa rendesse più duri i mali di cui menavano lamento. La vera politica de' Whig era quella di sobbarcarsi pazienti all'avversità che era conseguenza naturale e giusto castigo de' loro errori; di aspettare pazientemente fino al tempo in cui il pubblico sentire si sarebbe, con inevitabile vicenda, cangiato; di osservare la legge, e di giovarsi della protezione, imperfetta sì, ma non affatto futile, che la legge apprestava alla innocenza. Sventuratamente, presero una via molto diversa. I capi del partito, scevri di scrupoli e caldi di cervello, formavano e discutevano disegni di resistenza, ed erano ascoltati se non con approvazione, almeno con segni d'acquiescenza, da uomini molto migliori di loro. Proposero di insorgere ad un tempo in Londra, in Cheshire, in Bristol e in Newcastle. Aprirono comunicazioni coi malcontenti presbiteriani di Scozia, i quali pativano una tirannia, quale l'Inghilterra, in tempi pessimi, non aveva mai patita. Mentre i principali della opposizione in tal guisa architettavano la ribellione aperta, ma erano tuttavia da scrupoli o da paura ritenuti dal fare alcun passo decisivo, parecchi dei loro complici ordivano una trama di specie differentissima. A questi spiriti feroci, non infrenati da principio alcuno, o resi insani dal fanatismo, e' pareva che agguatare ed assassinare il Re e il fratello fosse la via più breve e sicura di vendicare la religione protestante e le libertà della Inghilterra.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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