Carlo, secondo suo costume, era avaro e prodigo a sproposito. Gl'impiegati morivano di fame, affinchè i cortigiani ingrassassero. Le spese della marina, dell'artiglieria, delle pensioni assegnate ai vecchi ufficiali bisognosi, delle legazioni alle Corti straniere, debbono sembrare lievi agli uomini della presente generazione. Ma i favoriti del sovrano, i suoi ministri e le loro creature, satollavansi della pubblica pecunia. Le paghe e pensioni loro, agguagliate alle entrate dei nobili, dei gentiluomini, degli esercenti professioni o commerci in quel tempo, sembreranno enormi. La rendita annua dei più grossi possidenti del Regno, in allora di poco eccedeva le ventimila lire sterline. Il Duca di Ormond non aveva se non ventiduemila sterline l'anno(89). Il Duca di Buckingham, prima che con le sue stravaganze rovinasse il proprio patrimonio, aveva diciannovemila sterline annue(90). Giorgio Monk, Duca di Albemarle, il quale era stato per i suoi insigni servigi rimunerato con immense concessioni di terre pertinenti alla Corona, ed era famoso per cupidigia e parsimonia, lasciò quindicimila lire sterline l'anno in beni fondi, e sessantamila lire in danari, che probabilmente rendevano il sette per cento(91). Questi tre duchi erano reputati i più ricchi sudditi inglesi. Lo arcivescovo di Canterbury appena poteva avere cinquemila sterline annue(92). La rendita media di un Pari secolare estimavasi, da uomini i meglio informati, a circa tremila sterline; quella d'un baronetto, a novecento; quella di un membro della Camera de' Comuni, a meno di ottocento l'anno(93). Mille lire sterline annue reputavansi una grossa rendita per un avvocato.
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