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      Il toro selvatico con la sua bianca criniera, errava tuttavia in poche foreste delle contrade meridionali. Il tasso faceva il suo buio e tortuoso foro in ogni collina folta di fratte e d'arbusti. I gatti selvaggi udivansi di notte mugolare presso le case de' guardacaccia di Wittlebury e di Needwood. La martora dal fulvo petto, era ancora inseguita in Cranbourne Chase per la sua pelle, estimata inferiore soltanto a quella del zibellino. Le aquile di padule, che dalla punta d'un'ala a quella dell'altra avevano una lunghezza di nove e più piedi, davano la caccia ai pesci lungo la costa di Norfolk. Per tutti i piani, dal Canale Britannico fino alla Contea di York, grosse ottarde erravano a branchi di cinquanta o sessanta, e spesso i cacciatori lanciavano dietro essi i cani levrieri. Le maremme delle Contee di Cambridge e di Lincoln rimanevano per alcuni mesi dell'anno coperte da immense torme di gru. Il progresso dell'agricoltura ha estirpate parecchie di queste razze d'animali. Di altre, gl'individui sono talmente divenuti rari, che gli uomini si affollano a mirarne qualcuno, come farebbero d'una tigre del Bengal o d'un orso delle contrade polari(102).
      Il progresso di questo grande mutamento non può altrove meglio rintracciarsi, che nel Libro degli Statuti. Il numero degli atti di chiusure, o partizioni di terre non coltivate, fatti dopo lo avvenimento di Giorgio II al trono, sorpassa quattro mila. Lo spazio ripartito per virtù di questi atti, eccede, calcolando moderatamente, dieci mila miglia quadrate.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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