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      Lo avvicendare delle seminagioni, era imperfettamente conosciuto. Sapevasi, a dir vero, che alcuni vegetabili, di recente introdotti nella nostra isola, in ispecie la rapa, apprestavano buon nutrimento in tempo di verno alle pecore e ai buoi; ma non era anche uso di nutrire in quel modo gli animali. Non era, dunque, facile serbarli vivi nella stagione in cui l'erba scarseggia. Uccidevansi e salavansi in gran numero appena incominciato il freddo; e per parecchi mesi, nč anche i gentiluomini gustavano quasi mai cibo animale fresco, tranne caccia e pesci di fiume, che, per conseguenza, nelle provvisioni domestiche erano cose pių importanti che non sono ne' tempi presenti. Raccogliesi dal Libro di Famiglia di Northumberland, come nel regno di Enrico VII, anche i gentiluomini addetti ai servigi di un gran conte, non mangiassero mai carne fresca, tranne per breve intervallo di tempo, da mezza state al dė di San Michele. Ma nel corso di due secoli era seguito un miglioramento; e, regnante Carlo II, non prima della fine di novembre le famiglie facevano le loro provvisioni di carne salata, che allora chiamavasi bove di San Martino(105).
      Le pecore e i buoi di quel tempo erano piccoli in paragone di quelli che adesso si vedono ne' nostri mercati(106). I nostri cavalli indigeni, quantunque adatti ai servigi, erano tenuti in poca stima e vendevansi a basso prezzo. Coloro che hanno meglio estimata la ricchezza nazionale, credono che, su per gių, non valessero pių di cinquanta scellini ciascuno.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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