E però annettevasi, e forse ancora s'annette, un interesse romanzesco ai nomi di questa classe di predoni. Il volgo con facilità prestava fede alle storielle della ferocia ed ardimento, degli atti di generosità e di buon indole, degli amori, degli scampi miracolosi; degli sforzi disperati, del maschio contegno loro innanzi ai tribunali e sul patibolo. Diffatti, raccontavasi di Guglielmo Nevison, il gran ladrone della Contea di York, com'egli imponesse un tributo d'una quarta parte ai conduttori di bestiame delle contrade settentrionali, mentre non solamente non recava loro alcun male, ma gli proteggeva contro gli altri ladri; come egli chiedesse con cortesissimi modi le borse; come desse profusamente ai poveri ciò che aveva tolto ai ricchi; come gli fosse una volta perdonata la vita dalla clemenza del Re, e come ripigliasse di nuovo l'antico mestiere, e alla perfine morisse nel 1685 in York sulla forca(201). Similmente narravasi, come Claudio Duval, paggio francese del Duca di Richmond, gettatosi sul gran cammino, si facesse capo d'una formidabile banda, ed avesse l'onore di essere nominato primo in un proclama regio contro que' rinomati facinorosi; come a capo della sua masnada egli fermasse il cocchio d'una dama, nel quale trovò un bottino di quattrocento lire sterline; come ne prendesse sole cento, e lasciasse alla bella signora il rimanente, a patto ch'ella ballasse un poco con lui sul prato; come, con la sua vivace galanteria, rapisse i cuori di tutte le donne; come, per la destrezza con che maneggiava la spada e la pistola, diventasse il terrore degli uomini; come finalmente, nel 1670, venisse preso mentre giaceva avvinazzato; come le dame d'alto grado andassero a visitarlo in carcere, e con le lagrime intercedessero per salvargli la vita; come il Re fosse disposto a perdonargli, se non era l'intervento del giudice Morton, terrore de' ladroni, il quale minacciò di rinunciare all'ufficio ove non si fosse rigorosamente eseguita la legge; e come, dopo la decapitazione, il suo cadavere fosse esposto con tutta la pompa di blasoni, ceri e parati bruni, e piagnoni, finchè il medesimo crudo giudice che aveva impedito il Re di far grazia, mandò ufficiali a disturbare l'esequie(202). A questi aneddoti senza dubbio sono mescolate molte favole, ma non perciò sono indegni di ricordanza; imperocchè egli è fatto autentico ed importante, che simili racconti, veri o falsi, venivano ascoltati con ardore e buona fede dai nostri antenati.
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