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      Se un gentiluomo citava Orazio o Terenzio, veniva considerato nelle culte brigate come un pedante vanitoso. Ma imperlare di frasi francesi il discorso, era il migliore argomento che potesse offrirsi del proprio merito(224). Nuove regole di critica, nuovi modelli di stile vennero in voga. L'affettata ingenuità che aveva deformati i versi di Donne, ed era stata una menda in quelli di Cowley, scomparve dalla nostra poesia. La prosa divenne meno maestosa, tessuta con minore artificio, e meno armonica che non era quella de' precedenti tempi; ma più lucida, più facile e meglio adatta alla controversia ed alla narrazione. In tali mutamenti è impossibile non riconoscere la influenza de' precetti e degli esempii francesi. I grandi maestri della lingua nostra, ne' loro più dignitosi componimenti, affettavano d'usare vocaboli francesi, là dove era agevole trovarne inglesi egualmente significativi ed armoniosi(225); e dalla Francia venne fra noi la tragedia in versi rimati: pianta esotica, che nel nostro suolo languì e tostamente si spense.
      XLVIII. Sarebbe stata buona ventura se i nostri scrittori avessero imitato il decoro, che, tranne pochi esempi, serbavano sempre i loro grandi contemporanei francesi: imperocchè la immoralità delle produzioni drammatiche, satiriche e liriche, e delle novelle di quell'età fra noi, ha impressa una profonda macchia nella nostra nazionale rinomanza. È facile cercare il vero nella sua stessa sorgente. I begli spiriti e i Puritani non erano mai stati amici; non era simpatia nessuna fra coteste due classi, come quelle che guardavano l'intero sistema della vita umana da punti di veduta differenti e sotto differente luce.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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