Ma in quei nobili e assai ardui rami della scienza, ne' quali la induzione e la dimostrazione matematica cooperano alla scoperta del vero, il genio inglese a que' tempi riportò i più memorandi trionfi. Giovanni Wallis elevò sopra nuove fondamenta lo intero sistema della statica. Edmondo Halley(244) investigò le proprietà dell'atmosfera, il flusso e riflusso del mare, le leggi del magnetismo, e il corso delle comete; nè dal culto della scienza lo distolsero travagli, pericoli ed esilio. Mentre egli, sopra le rocce di Santa Elena, faceva la carta delle costellazioni dello emisfero meridionale, il nostro nazionale osservatorio sorgeva in Greenwich; e Giovanni Flamsteed, che fu il primo astronomo regio, cominciava quella lunga serie d'osservazioni, che non è ricordata mai senza rispetto e gratitudine in qualsiasi parte del mondo. Ma la gloria di cotesti uomini, comunque eminenti, è oscurata dallo immenso splendore d'un nome immortale. Nella mente d'Isacco Newton trovavansi congiunte, come non lo erano mai state in mente d'uomo, due specie di potenza intellettiva che hanno poco di comune tra loro, e che non si trovano spesso insieme con pari vigore, ma nondimeno sono egualmente necessarie ne' rami più sublimi delle scienze fisiche. Vi saranno forse stati intelletti pari al suo ben formati a coltivare le matematiche pure, o le scienze puramente sperimentali; ma in nessun altro intelletto la facoltà dimostrativa e la induttiva coesistettero in simile suprema eccellenza e perfetta armonia.
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