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      Certi combattimenti, in paragone de' quali un'accanita lotta a pugni si reputerebbe un mite spettacolo, erano fra gli squisiti diletti di gran parte de' cittadini. La gente affollavasi a mirare i gladiatori farsi in brani con armi micidiali, ed appena vedeva schizzare un dito o un occhio ad alcuno de' combattenti, mandava gridi di gioia. Le prigioni erano bolgie infernali sopra la terra, vivai d'ogni delitto e d'ogni infermità. Nei tribunali, gli scarni e pallidi delinquenti portavano seco dalle loro celle un'atmosfera di puzzo pestilenziale, che talvolta li vendicava del seggio, degli avvocati e de' giurati. E a tanta miseria la società guardava con profonda indifferenza. In nessun luogo era da trovarsi quella sensitiva e irrequieta compassione che ai tempi nostri potentemente protegge fino il ragazzo della fattoria, la vedova indiana, lo schiavo negro; che penetra nelle provvisioni di ogni nave carica d'emigranti; che raccapriccia ad ogni staffilata che piombi sulle spalle d'un soldato briaco; che non patirebbe che il ladro alle galere fosse nutrito male o sopraccarico di lavoro, e che più volte si è studiata di salvare la vita anche allo assassino. Egli è vero che la compassione, al pari d'ogni altro sentimento, dovrebbe essere governata dalla ragione, e che per difetto di ciò, ha prodotto effetti talvolta ridicoli e tal'altra deplorabili. Ma più ci facciamo a meditare sulla storia del passato, e più abbiamo argomento di rallegrarci di vivere in una età di commiserazione, che aborre dalla crudeltà, e con ripugnanza, e solo spinta dal senso del dovere, infligge la pena anche meritata.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707