- XXVI. Guglielmo Penn. - XXVII. Favore peculiare mostrato ai Cattolici Romani e ai Quacqueri. - XXVIII. Ragunanza del Parlamento Inglese; Trevor eletto Presidente. - XXIX. Carattere di Seymour. - XXX. Discorso del Re innanzi al Parlamento. - XXXI. Discussione nella Camera de' Comuni; Discorso di Seymour. - XXXII. Votazione della rendita. - XXXIII. Procedimenti della Camera de' Comuni rispetto alla religione. - XXXIV. Votazione di tasse addizionali; Sir Dudley North. - XXXV. Procedimenti della Camera de' Lordi. - XXXVI. Legge per annullare la sentenza d'infamia contro Stafford.
I. La morte di re Carlo II giunse di sorpresa alla nazione. La sua tempra era naturalmente vigorosa, e non sembrava d'avere sofferto per istemperatezze. Era stato sempre studioso della propria salute anche ne' sensuali diletti; e le sue abitudini erano tali, da promettergli lunga la vita e robusta la vecchiaia. Indolente come egli era in tutte le cose che richiedessero tensione di mente, mostravasi attivo e perseverante negli esercizi del corpo. In gioventù aveva acquistata rinomanza nel giuoco della pallacorda(266); e declinanti gli anni, aveva seguitato ad essere un camminatore instancabile. Il suo passo ordinario era tale, che coloro i quali erano ammessi all'onore della sua compagnia, trovavano difficile uguagliarlo. Alzavasi presto da letto, e generalmente passava tre o quattro ore del giorno all'aria aperta. Innanzi che il Parco di San Giacomo fosse asciutto della rugiada, Carlo vedevasi errare fra gli alberi, giuocare coi suoi bracchi, e gettare grano alle anitre; le quali cose lo rendevano caro al popolo basso, che ama sempre di vedere i grandi rallentare dal loro consueto sussiego(267).
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