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      Finalmente, in sul finire del 1684, un leggiero accesso che credevasi di gotta, lo impedì dal suo consueto girovagare. Si pose quindi a passare le mattinate nel suo laboratorio, dove sollazzavasi facendo esperimenti intorno alle proprietà del mercurio. Parve che la sua tempra soffrisse dallo starsi confinato in casa. Non aveva cagione apparente d'inquietudine. Il Regno era tranquillo; lui non istringeva bisogno di pecunia; egli era assai più potente di quello che fosse mai stato; il partito che lo aveva per tanto tempo avversato, era vinto: ma il lieto umore onde egli erasi sostenuto contro l'avversa fortuna, era sparito nei dì della prospera. La minima inezia adesso bastava ad opprimere quello spirito elastico, che aveva resistito alla sconfitta, allo esilio ed alla penuria. La irritazione dell'animo spesso in lui si mostrava in tali sguardi e parole, che non si sarebbero aspettati da un uomo così predistinto per allegro umore e squisita educazione. Nulladimeno, nessuno pensava che la salute di lui fosse gravemente danneggiata(268).
      Il suo palagio rade volte aveva presentato un aspetto più gaio e scandaloso, di quello che offriva nella sera della domenica del dì primo febbraio 1685(269). Taluni uomini gravi che v'erano andati, secondo il costume di quella età, a complire il loro sovrano, aspettandosi che in un tanto giorno la sua Corte serbasse un decente contegno, rimasero attoniti e compresi d'orrore. La gran galleria di Whitehall, ammirevole reliquia della magnificenza de' Tudor, era affollata di libertini e di giuocatori.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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