Niuno degli astanti, tranne lo ambasciatore francese, indovinò che il Re con quelle parole esprimeva il desiderio di essere ammesso al grembo della chiesa di Roma.
Debbo condurre un sacerdote?
disse il Duca. "Sì, fratello" rispose lo infermo; "per amore di Dio, fatelo, e non perdete tempo. Ma no, ciò vi cagionerà disturbi." - "Mi costi anche la vita," soggiunse il Duca "farò venire un sacerdote."
Nondimeno, trovare un sacerdote a tale scopo e in un attimo, non era cosa facile. Imperciocchè, secondo la legge che in allora vigeva, colui che avesse annesso un proselite al grembo della Chiesa cattolica romana, era reo di delitto capitale. Il Conte di Castel Melhor, nobile portoghese, il quale, cacciato per politici disturbi dalla propria patria, era stato ospitalmente accolto alla Corte d'Inghilterra, si tolse la cura di trovare un confessore. Corse ai suoi concittadini che facevano parte della casa della Regina; ma non trovò alcuno de' cappellani che sapesse tanto d'inglese o di francese da confessare il Re. Il Duca e Barillon erano sul punto di mandare dal Ministro Veneto per un sacerdote, allorquando seppero che trovavasi a caso in Whitehall un monaco benedettino, chiamato Giovanni Huddleston. Costui, a gran risico della propria vita, aveva salvata quella del Re dopo la battaglia di Worcester, e per tale cagione dopo la Restaurazione era stato sempre considerato come persona privilegiata. Nei più virulenti proclami contro i preti papisti, allorchè i falsi testimoni avevano reso furibondo il popolo, Huddleston era stato nominatamente eccettuato(279). Egli consentì tosto a porre la propria vita, una seconda volta, in pericolo a pro del suo principe; ma rimaneva, nonostante, una difficoltà. L'onesto monaco era così digiuno di lettere, da non sapere ciò che avesse a dire in una occasione di tanta importanza.
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