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      Egli si sottopose, ma non fece sembiante di nascondere che ne era rimasto profondamente offeso. La vigilia della sua partenza, diede un magnifico banchetto in Kilmainham Hospital, edifizio pur allora terminato, agli ufficiali del presidio di Dublino. Finito il pranzo, ei sorse, riempì di vino un bicchiere fino all'orlo, e levandolo in alto, chiese se ne fosse caduta una sola gocciola. "No, gentiluomini; dicano ciò che pur vogliono i cortigiani, io non ho per anche perduto il senno; la mia mano non trema ancora, e la mia mano non è più ferma del mio cuore. Alla salute del re Giacomo!" Fu questo l'ultimo addio di Ormond alla Irlanda. Egli lasciò il governo nelle mani dei Lordi Giudici, e ritornò a Londra, dove fu accolto con inusitati segni di pubblica riverenza. Molti grandi personaggi gli andarono incontro per via. Una lunga fila di cocchi lo accompagnò fino a Saint-James-Square, dove era il suo palazzo; e la piazza era piena di numerosa gente che lo salutava con alte acclamazioni(291).
      VII. Il Gran Sigillo fu lasciato a Guildford; ma nel tempo stesso gli venne fatto un gran torto. Fu deliberato di chiamare, per assisterlo nell'amministrazione, un altro legale di maggiore vigore e audacia. Lo eletto fu Sir Giorgo Jeffreys, Capo Giudice della Corte del Banco del Re. La pravità di quest'uomo è passata in proverbio. Ambidue i grandi partiti inglesi hanno vituperato con virulenza il nome di lui; perocchè i Whig lo consideravano come il loro più barbaro nemico, e i Tory stimavano convenevole gettargli addosso la infamia di tutti i delitti che deturparono il loro trionfo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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