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      Giacomo li richiese di consiglio in quanto alla utilità di convocare la Legislatura. Essi riconobbero la grande importanza di tenersi Luigi bene edificato; ma pareva loro che la convocazione del Parlamento non fosse questione di scelta. Per quanto paziente sembrasse la nazione, tale pazienza aveva i suoi limiti. Il principio che il Re non potesse legittimamente prendere la pecunia del suddito senza il consenso della Camera de' Comuni, aveva profonde radici nella mente del popolo; e comecchè, in un bisogno estraordinario, anche i Whig avrebbero volentieri pagato, per poche settimane, dazi non imposti con apposita legge, egli era certo che gli stessi Tory si sarebbero opposti qualora tali tasse irregolari si fossero mantenute più lungo tempo delle circostanze speciali che sole le giustificavano. Era, dunque, mestieri che le Camere si adunassero; e così essendo, giovava convocarle il più presto possibile. Anche il breve indugio, necessario a richiederne il parere della Corte di Versailles, poteva produrre danni irreparabili. Il malcontento e il sospetto si sarebbero rapidamente sparsi fra il popolo. Halifax avrebbe mosso lamento, dicendo che si violavano i principii fondamentali della Costituzione. Il Lord Cancelliere, da quel codardamente pedante e speciale avvocato ch'egli era, avrebbe fatto lo stesso. Ciò che poteva farsi di buona grazia, sarebbe in fine stato fatto di mala grazia. Que' ministri medesimi, ai quali Sua Maestà studiavasi di far perdere la pubblica stima, avrebbero acquistata popolarità a danno di quella.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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