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      In circostanze ordinarie, le simpatie delle Corti di Vienna e di Madrid sarebbero state, senza dubbio, per un principe che lottava contro i sudditi, e segnatamente per un principe cattolico romano, persecutore di sudditi eretici: ma tutte coteste simpatie erano in allora vinte da un più forte sentimento. Il timore e l'odio ispirato dalla grandezza, ingiustizia ed arroganza del Re francese, erano al colmo. I suoi vicini dubitavano se fosse(307) più pericoloso essere in guerra o in pace con lui; perciocchè in pace ei seguitava a saccheggiarli e oltraggiarli; in guerra essi avevano provato invano la sorte delle armi contro lui. In tanta perplessità, tenevano ansiosamente gli occhi vôlti all'Inghilterra. Agirebbe ella giusta i principii della Triplice Alleanza, o giusta quelli del Trattato di Dover? Da ciò dipendevano le sorti di tutti i suoi vicini. Aiutati dall'Inghilterra, gli altri Stati potevano opporre a Luigi nuova resistenza; ma non poteva da quella sperarsi nessun aiuto finchè non vi regnasse la concordia. Innanzi che cominciasse il conflitto tra il trono e il Parlamento, era stata una potenza di primo ordine; il dì in cui il conflitto ebbe fine, essa ridivenne potenza di primo ordine: ma mentre l'esito della contesa era dubbio, rimase condannata alla inazione e al vassallaggio. Era stata grande sotto i Plantageneti e i Tudor; divenne nuovamente grande sotto i principi che regnarono dopo la Rivoluzione: ma sotto i Re della Casa Stuarda, fu come se non esistesse nella carta geografica dell'Europa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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