Era desiderio generale dell'Europa, che Giacomo governasse a seconda della legge e della pubblica opinione. Dallo stesso Escuriale vennero lettere esprimenti la speranza che il nuovo Re fosse in buona armonia col Parlamento e col popolo(309). Perfino dal Vaticano giunsero avvertimenti contro lo smoderato zelo per la fede cattolica romana. Benedetto Odescalchi, che teneva il seggio papale col nome d'Innocenzo XI, sentì, come sovrano temporale, tutto il timore onde gli altri principi invigilavano il progresso della potenza francese. Aveva anche particolari cagioni d'inquietudine. Fu fortuna per la religione protestante, che nel momento in cui l'ultimo Re cattolico romano salì sul trono dell'Inghilterra, la Chiesa cattolica romana fosse lacerata da dissensioni e minacciata da un nuovo scisma. Un conflitto simile a quello che arse nel secolo undecimo tra gl'imperatori e i sommi pontefici, era sorto tra Luigi ed Innocenzo. Luigi, zelante fino alla bacchettoneria per le dottrine della Chiesa di Roma, ma tenace della sua regia autorità, accusava il Papa di usurpare i diritti secolari della Corona francese, ed era alla sua volta accusato dal Papa di usurpare il potere spirituale delle Chiavi. Il Re, superbo come egli era, incontrò uno spirito anche più risoluto del suo. Innocenzo, nelle relazioni private, era il più mansueto e gentile degli uomini; ma qualvolta parlava officialmente dalla cattedra di San Pietro, favellava col tono di Gregorio VII e di Sisto V. La lotta si fece grave.
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