Il giorno ch'ei fu condotto alla barra, Westminster Hall era affollata di spettatori, fra' quali vedevansi molti cattolici romani, ansiosi di contemplare la miseria e la umiliazione del loro persecutore(337). Pochi anni prima, il suo collo corto, le sue gambe ineguali come quelle d'un tasso, la sua fronte bassa a guisa di quella d'un babbuino, le sue guance chiazzate di sangue, la mostruosa lunghezza del suo mento, erano famigliari a quanti frequentavano le corti di giustizia. Era in que' giorni diventato l'idolo della nazione: dovunque ei si mostrasse, ciascuno gli faceva di cappello. La vita e gli averi de' magnati del reame erano stati in sua balía. Ma adesso i tempi erano cangiati; e molti di coloro che per lo innanzi lo avevano considerato liberatore della patria, rabbrividivano alla vista di quegli osceni sembianti, sopra i quali pareva che il dito di Dio avesse scritto: scellerato(338)!
E' fu provato, senza possibilità di dubbio, che questo uomo aveva, con false testimonianze, premeditatamente assassinate varie persone innocenti. Egli invocò invano i più eminenti membri del Parlamento, dai quali era stato ricompensato ed esaltato, perchè testificassero a favor suo. Parecchi di coloro ch'egli aveva chiamati al tribunale, assentaronsi. Nessuno disse la minima cosa che tendesse a scolparlo. Uno di loro, cioè a dire il Conte di Huntingdon, lo rimproverò aspramente d'avere ingannate le Camere, e gettata sopra esse la colpa d'aver versato il sangue innocente. I giudici guardavano fieri, ed avvilirono lo accusato con crudeltà tale, che anche nei casi più atroci mal conviene al carattere di ministro della giustizia.
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