Vituperò i procedimenti dell'Alta Corte di Giustizia. A tempo della Repubblica ebbe ardimento di manifestare in molte occasioni, e una volta anche al cospetto di Cromwell, amore e riverenza alle antiche istituzioni della patria. Mentre la famiglia reale era in esilio, Baxter passò la vita per lo più in Kidderminster, esercitando assiduamente i doveri di parroco. Di gran cuore contribuì alla Ristaurazione, e sinceramente desiderava d'indurre a concordia gli Episcopali e i Presbiteriani. Perocchè con liberalità, per que' tempi rarissima, considerava le questioni di politica ecclesiastica di poco conto in paragone de' grandi principii del Cristianesimo; ed anco quando la prelatura era esosa alla potestà dominatrice, non congiunse mai la propria voce al grido contro i vescovi. Baxter fallì nella impresa di conciliare le avverse fazioni. Accomunò le proprie sorti a quelle de' suoi amici proscritti, ricusò la mitra di Hereford, rinunziò alla parrocchia di Kidderminster, dedicandosi quasi interamente agli studi. I suoi scritti teologici, comecchè fossero sì moderati da non piacere ai bacchettoni d'ogni partito, acquistarono immensa riputazione. Gli zelanti ecclesiastici lo chiamavano Testa-Rotonda; e molti Non-Conformisti lo accusavano di Erastianismo e d'Arminianismo. Ma la integrità del cuore, la purità della vita, il vigore della intelligenza, la vastità della dottrina erano in lui riconosciute dagli uomini migliori e più savi d'ogni setta. Le sue opinioni politiche, malgrado l'oppressione da lui e da' suoi confratelli sofferta, erano moderate.
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