Il processo fu brevissimo: in poche ore i due colpevoli furono convinti, impiccati e gettati in un fosso sotto le forche(358).
Il giorno undecimo di maggio fu segnalato da più d'un grande delitto. Taluni rigorosi calvinisti, dalla dottrina della riprovazione avevano dedotta la conseguenza, che pregare per chi fosse predestinato(359) a dannarsi, era atto di ribellione agli eterni decreti dell'Ente Supremo. Tre poveri lavoranti, profondamente imbevuti di cotali principii, furono presi da un ufficiale nelle vicinanze di Glasgow. Fu loro chiesto se volessero pregare pel Re Giacomo VII. Assentirono di farlo, a condizione ch'egli fosse uno degli eletti. Una fila di moschettieri fu fatta schierare. I due prigioni inginocchiaronsi; vennero loro bendati gli occhi; e un'ora dopo d'essere stati presi, il sangue loro era leccato dai cani(360).
Mentre tali cose seguivano in Clydesdale, un atto non meno orribile commettevasi in Eskdale. Uno de' Convenzionisti proscritti, vinto dalla infermità, aveva trovato ricovero nella casa d'una vedova rispettabile, e quivi era morto. Il cadavere fu scoperto dal signore di Westerhall, tirannello, che al tempo della Convenzione aveva mostrato stemperatissimo zelo a pro della Chiesa presbiteriana, e dopo la Restaurazione comprato con l'apostasia il favore del Governo, e sentiva pel partito da lui abbandonato l'odio implacabile d'un apostata. Costui atterrò la casa della povera donna, se ne prese la roba, e lasciando lei coi figlioletti ad errare su per la campagna, trascinò il suo figlio Andrea, ancora fanciullo, dinanzi a Claverhouse, il quale a caso passava per quelle contrade.
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