Dicevano che, avendo essi fatto molto a beneficio di lui, era ormai tempo ch'egli facesse qualche cosa a beneficio della nazione. La Camera, dunque, si formò in comitato di religione, onde esaminare i mezzi migliori a provvedere alla sicurtà della Chiesa stabilita. In quel comitato due deliberazioni furono unanimemente adottate. La prima esprimeva fervido affetto per la Chiesa Anglicana. La seconda supplicava il Re perchè mandasse ad esecuzione le leggi penali contro coloro che non aderivano a quella Chiesa(382).
I Whig avrebbero, senza dubbio, voluto vedere che ai protestanti dissenzienti fosse(383) conceduta tolleranza, e solo i cattolici romani fossero perseguitati. Ma erano pochi e scuorati. Tenevansi, quindi, per quanto potevano, fuori di vista; evitavano il nome del proprio partito; astenevansi di significare ad un ostile uditorio le loro opinioni particolari, e fermamente sostenevano ogni proposta tendente a turbare la concordia che fino allora esisteva tra il Parlamento e la Corte.
Appena i procedimenti del Comitato di Religione furono conosciuti in Whitehall, il Re andò in gran furore. Nè possiamo giustamente biasimarlo per essersi risentito della condotta de' Tory. Se essi erano disposti a volere che il codice penale venisse eseguito con rigore, avrebbero apertamente dovuto sostenere la Legge d'Esclusione. Dacchè porre un papista sul trono, ed insistere poi ch'egli perseguitasse a morte i seguaci di quella fede, nella quale soltanto, secondo i suoi principii, poteva trovarsi la eterna salute, era assurdo.
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