Le forze che in tempi prosperi ei poteva condurre in campo, ascendevano a cinque mila combattenti, intesi ad obbedirlo, avvezzi all'uso della targa e dello spadone, non tementi di venire alle mani con le truppe regolari anche in aperta pianura, e forse superiori a quelle per certe qualità necessarie a difendere i passi di aspre montagne, coperti di nebbia e tagliati da rapidi torrenti. Ciò che tali forze, bene dirette, fossero capaci di fare, anco contro vecchi soldati ed esperti capitani, si vide pochi anni poi a Killiecrankie.
X. Ma per quanto fosse grande il diritto d'Argyle alla fiducia degli esuli scozzesi, era fra loro una fazione che non gli procedeva amichevole, e desiderava giovarsi del nome e dell'influenza di lui, senza affidargli nessun potere effettivo. Capo di questa fazione era un gentiluomo delle pianure, il quale era stato implicato nella congiura Whig, e con difficoltà erasi sottratto alla vendetta della Corte; cioè Sir Patrizio Hume di Polwarth, nella Contea di Berwick. Si è molto dubitato della integrità di lui, ma senza sufficiente ragione. Nulladimeno, è d'uopo ammettere ch'egli tanto nocque alla propria causa con la perversità, quanto avrebbe potuto fare con la tradigione. Era incapace egualmente d'esser capo, o seguace; concettoso di sè, sofistico, di storto cervello, interminabile ciarliero, tardo ad andare incontro all'inimico, ed attivo solo contro i propri colleghi.
XI. Con Hume era in intima relazione un altro esule scozzese di gran conto, il quale aveva molti dei medesimi difetti, quantunque non nello stesso grado; voglio dire Sir Giovanni Cochrane, secondo figlio del Conte di Dundonald.
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