La conversazione nella sala veniva appositamente rivolta a subietti delicati; voglio dire alla Legge di Esclusione, e al carattere del Conte di Shaftesbury: ma invano. Locke, senza lasciarsi trasportare da' moti dell'animo, e senza dissimulare, mantenne sì fermo silenzio e contegno, che gli strumenti del Governo, stizziti, confessarono di non aver mai veduto un uomo che al pari di lui sapesse così bene signoreggiare la propria lingua e le proprie passioni. Vedendo che il tradimento non giovava a nulla, fecero uso del potere arbitrario. Dopo d'avere indarno tentato di prendere Locke in fallo, il Governo determinò di punirlo innocente. Da Whitehall giunsero in Oxford ordini di cacciarlo via; ordini che il Decano de' Canonici si affrettò a mandare ad esecuzione.
Locke viaggiava nel continente per riacquistare la salute, allorchè gli giunse la nuova che era stato privato di tetto e di pane senza processo, e senza nè anche un avviso. La ingiustizia colla quale era stato trattato, lo avrebbe reso degno di scusa s'egli si fosse appigliato a mezzi violenti per ottenere un riparo. Ma non era uomo da lasciarsi acciecare da un risentimento personale: non si augurava alcun bene de' disegni di coloro che s'erano ragunati in Amsterdam; e chetamente si ritrasse in Utrecht, dove, mentre i suoi compagni di sventura apparecchiavano la propria distruzione, egli attendeva a scrivere la sua celebre Lettera sopra la Tolleranza(418).
XV. Al Governo inglese pervenne, senza dubbio, la nuova che qualche cosa macchinavasi dai fuorusciti.
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