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      Il Comitato voleva immischiarsi anche nell'autorità patriarcale che il Conte esercitava sopra i Campbell, e non voleva concedergli di stabilire a suo arbitrio i gradi militari de' suoi consorti. Mentre cotesti litigiosi faccendieri studiavansi di spogliarlo del potere ch'egli aveva sopra le montagne, mandavano e ricevevano lettere, senza mai mostrarle a colui che aveva nome di Generale, dagli uomini delle pianure. Hume e i suoi colleghi s'erano riserbata la soprintendenza delle provigioni, e conducevano questa parte importantissima dell'amministrazione della guerra con una profusione che male si sarebbe potuta distinguere dalla disonestà; lasciavano guastar l'armi, consumare le vettovaglie, e vivevano gozzovigliando, là dove avrebbero dovuto a tutti i loro sottoposti porgere esempio di temperanza.
      La grande questione era di determinare se la sede della guerra dovesse essere nelle montagne o nelle pianure. La prima cosa che il Conte voleva conseguire, era di stabilire la propria autorità negli aviti dominii, cacciare gl'invasori che dalla Contea di Perth s'erano gettati su quella di Argyle, e insignorirsi dell'antica residenza della propria famiglia in Inverary. Allora avrebbe potuto sperare di avere quattro o cinquemila spade sotto il suo comando. Con tali forze avrebbe potuto difendere quelle selvagge contrade contro il potere dello intero Regno di Scozia, e assicurarsi un ottimo punto ad offendere l'inimico. Pare che questo partito fosse(424) il più savio fra quanti gliene rimanessero.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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