Forse v'erano ragioni per cacciar via Giacomo; ma dov'erano le ragioni per innalzare Monmouth? Escludere un principe dal trono per cagione d'inettitudine, era un partito consono ai principii de' Whig. Ma non era principio alcuno, secondo il quale si potessero escludere gli eredi legittimi, i quali venivano riputati non solo irreprensibili, ma altamente meritevoli della pubblica fiducia. Nessun uomo di senno avrebbe creduto che Monmouth fosse legittimo, o, per meglio dire, ch'ei si tenesse legittimo. Egli era, dunque, non un semplice usurpatore, ma un usurpatore di pessima specie; cioè un impostore. S'egli avesse voluto provare il suo preteso diritto con forme legali, lo avrebbe potuto fare solo per mezzo di falsi documenti e di spergiuri. Tutti gli onesti e savi uomini non amavano vedere una frode, - la quale, ove fosse stata adoperata ad ottenere il possesso d'una cosa, sarebbe stata punita con il flagello e la gogna, - ricompensata col trono dell'Inghilterra. La vecchia nobiltà del reame, non sapeva patire che il bastardo di Lucia Walters fosse preferito ai legittimi discendenti dei Fitzalans e dei De Veres. Coloro che sapevano spingere più lungi gli sguardi, era d'uopo s'accorgessero, che ove a Monmouth fosse riuscito di abbattere il Governo esistente, ne sarebbe nata una guerra tra lui e la Casa d'Orange; guerra che avrebbe potuto durare più lungo tempo e produrre maggiori calamità di quella delle Rose; guerra che avrebbe forse divisi i protestanti d'Europa in partiti avversi, avrebbe accese le ostilità fra l'Inghilterra e l'Olanda, e le avrebbe rese entrambe facile preda della Francia.
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