E quella fu notte dì gran tumulto ed aspettazione in Bristol. I fautori di Monmouth sapevano ch'egli era quasi a vista della città, e immaginavano che sarebbe stato fra loro avanti lo spuntare del giorno. Circa un'ora dopo il tramonto, un legno mercantile che era presso nel canale, prese fuoco. Tale accidente, in un porto pieno di navi, destò grande spavento. Tutto il fiume fu in iscompiglio. Le vie brulicavano di gente. Gridi sediziosi risonavano fra la confusione e le tenebre. Poscia fu detto, e da' Tory e dai Whig, che il fuoco era stato appiccato dagli amici di Monmouth, sperando che le milizie civiche sarebbero accorse a impedire che l'incendio si allargasse; e che in quel mentre, l'armata ribelle, fatto impeto, sarebbe entrata nella città dal lato di Somerset. Se fu tale lo scopo degl'incendiarii, esso andò del tutto fallito. Beaufort, invece di mandare i suoi uomini al canale, li tenne tutta notte sotto le armi attorno il bel tempio di Santa Maria Redcliff, a mezzodì dell'Avon. Ei disse che avrebbe meglio veduto ardere Bristol, anzi l'avrebbe arsa egli stesso, che lasciarla occupare dai traditori. Col soccorso di una coorte di cavalleria regolare, che poche ore avanti eragli giunta da Chippenham, ei potè impedire lo scoppio d'una insurrezione. Gli sarebbe stato impossibile frenare i malcontenti dentro le mura, e respingere a un tempo un assalto di fuori: ma l'assalto non avvenne. Lo incendio, che era stato cagione di tanto commovimento in Bristol, vedevasi distintamente da Pensford.
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