Monmouth, nondimeno, non reputò utile cangiare il suo disegno. Si tenne cheto fino al sorgere del sole, e poi si condusse a Keynsham, dove trovò accomodato il ponte. Deliberò di lasciare l'armata a riposarsi, nel pomeriggio, ed appena giunta la notte, procedere alla volta di Bristol(481).
Ma non era più a tempo. Le forze del Re si appressavano. Il Colonnello Oglethorpe, capitanando circa cento Guardie del Corpo, e facendo impeto contro Keynsham, sgominò due legioni della cavalleria ribelle che rischiossi a fargli fronte, e si ritrasse, con poco suo danno e con molto dell'inimico.
XXXVIII. In siffatte circostanze, Monmouth reputò necessario porre da parte la impresa di Bristol(482). Ma quale era il partito da prendere? Ne furono posti in campo e discussi parecchi. Fu detto che Monmouth avrebbe potuto accelerare il passo verso Gloucester, valicare il Severn, rompere il ponte, e a destra, protetto dal fiume, gettarsi, attraversando la Contea di Worcester, in quelle di Shrop e di Chester. Egli, anni innanzi, aveva viaggiati que' luoghi, e v'era stato accolto come nelle Contee di Somerset e di Devon. La sua presenza avrebbe riacceso lo zelo in cuore ai suoi vecchi amici; e il suo esercito in pochi giorni si sarebbe raddoppiato.
Ciò non ostante, considerata pienamente la cosa, parve che cotale disegno, comecchè specioso, fosse ineseguibile. I ribelli erano male calzati, e stanchi a cagione delle diuturne fatiche sostenute, trascinandosi tra il fango e sotto gravissime pioggie. Molestati ed impediti, come sarebbero stati ad ogni passo, dalla cavalleria nemica, non potevano sperare di giungere a Gloucester senza cadere in mano del corpo principale delle truppe regie, ed essere forzati ad un generale fatto d'arme con ogni svantaggio.
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