Sapevasi che erano intenti a briacarsi col sidro di Zoyland. Era ben nota la incapacità di Feversham, comandante supremo, il quale anche in quell'ora di tanto momento ad altro non pensava che a mangiare e dormire. Churchill, a dir vero, era capitano pari ad impresa assai più rischiosa di quella di sconfiggere una masnada di male armati e mal esercitati contadini. Ma il genio che in tempi posteriori umiliò sei Marescialli di Francia, non occupava adesso il luogo che gli conveniva. Feversham parlava poco con Churchill, e in modo da non animarlo a dare consigli. Il Luogotenente, col sentimento del proprio sapere nell'arte militare, impaziente di sottostare ad un capo ch'egli spregiava, e tremante per la salute dell'armata, seppe, nonostante, così bene frenarsi e dissimulare(494) ciò ch'egli sentiva, che Feversham ne lodò la operosa subordinazione, e promise di riferirlo al Re(495).
Monmouth, osservata la disposizione delle forze regie, e bene istrutto della condizione in cui erano, pensò che un assalto notturno sarebbe potuto riuscire. Deliberò di correre la sorte, e subito fece i necessari apparecchi.
Era giorno di domenica; e i suoi seguaci, la maggior parte dei quali erano stati educati al culto puritano, passarono gran parte del giorno in esercizi religiosi. Il piano del Castello, dove era accampata l'armata, presentava uno spettacolo, quale, dopo lo scioglimento dell'esercito di Cromwell, la Inghilterra non aveva mai più veduto. I predicatori dissenzienti, che avevano prese le armi contro il papismo, alcuni de' quali avevano forse anche pugnato nella grande guerra civile, oravano e predicavano in abito scarlatto e in istivali, con la spada a fianco.
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