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      In quanto al proclama, egli non era colui che lo aveva scritto; non lo aveva nè anche letto; lo aveva firmato senza gettarvi gli occhi sopra: era tutta opera di Ferguson, di quel sanguinario e scellerato Ferguson. "Sperate voi ch'io creda" disse Giacomo, con ben meritato disprezzo, "che abbiate apposta la vostra firma ad una scrittura di tanto momento, senza saperne il contenuto?" Ma gli rimaneva a scendere oltre in fondo alla infamia. Egli era il gran campione della religione protestante, lo interesse della quale gli era servito di pretesto a congiurare contro il Governo del proprio padre, e gettare la patria nelle calamità della guerra civile: e nondimeno, non vergognò di accennare come egli fosse proclive a riconciliarsi con la Chiesa di Roma. Il Re gli offerse volentieri ogni aiuto spirituale, ma non fe' motto di perdono o di clemenza. "Non v'è dunque speranza?" chiese Monmouth. Giacomo non rispose, e gli volse le spalle. Allora Monmouth si sforzò di rifarsi d'animo, e si alzò, ritirandosi con una fermezza da lui non mostrata mai dopo la propria caduta(513).
      Poi Grey comparve alla regia presenza. Egli si condusse con tale decoro e fortezza, che commosse anche l'austero e astioso Giacomo: non si scusò punto, e non si piegò punto a chiedere la vita. Ambi i prigionieri furono mandati pel fiume alla Torre. Non vi fu tumulto; ma molte migliaia di persone, con l'ansietà e il cordoglio dipinti sul volto, provaronsi di vedere i due sciagurati. Appena il Duca si vide lontano dallo aspetto del Re, la risolutezza rinatagli in cuore svanì. Andando al carcere gemeva, accusava i suoi seguaci, e con abbiettezza implorava Dartmouth intercedesse per lui.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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