Grande fu l'interesse a salvargli la vita. Si credeva in que' luoghi, che fosse promesso sposo d'una giovine signora di gentile lignaggio, sorella dello Sceriffo; che ella si gettasse ai piedi di Jeffreys per implorare mercè, e che Jeffreys la cacciasse via con uno scherzo così osceno, che ripeterlo offenderebbe la decenza e l'umanità. Il suo amante patì la pena con pietà e coraggio in Lyme(542).
LVIII. Interesse anche maggiore destò la sorte di due valorosi fratelli, Guglielmo e Beniamino Hewling. Erano giovani, avvenenti, compiti, e bene imparentati. L'avo loro materno chiamavasi Kiffin; era uno de' principali mercatanti di Londra, e generalmente considerato come capo dei Battisti. Jeffreys trattò nel Processo con insigne brutalità Guglielmo Hewling, dicendogli: "Voi avete un nonno che merita d'essere impiccato splendidamente al pari di voi." Il povero giovanetto, che aveva soli diciannove anni, soffrì la morte con tanta mansuetudine e fortezza d'animo, che un ufficiale dell'armata, il quale assisteva alla esecuzione della sentenza, e [**Nell'originale "e e"] s'era reso notevole per asprezza e severità, ne fu stranamente intenerito, e disse: "Non credo che il Lord Capo Giudice stesso potrebbe sostenere questo spettacolo." Nutrivasi speranza che a Beniamino sarebbe concesso il perdono. E davvero, una vittima di teneri anni bastava allo strazio d'una sola famiglia. Lo stesso Jeffreys era, o simulava d'essere, proclive alla clemenza. Vero è che uno de' suoi congiunti, dal quale egli sperava molto, e che perciò non poteva essere da lui trattato come generalmente lo erano gli altri intercessori, favellò vigorosamente a favore della derelitta famiglia.
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