Portala via, carceriere,
urlò il Giudice, con uno di quegli atroci sguardi che spesso avevano atterrito animi più robusti che non era quello della malarrivata fanciulla. Ella dètte in uno scoppio di lacrime, si gettò il cappuccio sul viso; seguì il carceriere, e presa di spavento, dopo poche ore era freddo cadavere. La maggior parte, però, delle donzelle che erano andate in processione, viveva tuttavia. Alcune di esse non avevano nè anche dieci anni d'età. Tutte avevano agito secondo gli ordini della loro maestra di scuola, senza sapere che commettevano un delitto. Le dame di corte della Regina chiesero al Re licenza di estorcere danari dai genitori di quelle povere creature; e la licenza fu data. In Taunton giunse l'ordine di prendere e mettere in carcere tutte quelle tenere fanciulle. Sir Francesco Warre di Hestercombe, rappresentante Tory di Bridgewater, fu pregato di togliersi il carico di riscuotere il danaro del riscatto. Gli fu scritto di manifestare con vigorosi termini, come le dame di Corte non avrebbero patito indugio alcuno, e fossero deliberate di tradurre le colpevoli dinanzi al tribunale, se non veniva tosto sborsata una convenevole somma di danari, e per somma convenevole intendevano sette mila lire sterline. Warre ricusò di immischiarsi, menomamente in un affare così scandaloso. Le dame di corte allora si rivolsero a Guglielmo Penn, il quale accettò la commissione. Eppure parrebbe che un po' di quel pertinace scrupolo ch'egli aveva spesso mostrato circa al togliersi il cappello di capo, non sarebbe stato fuori di luogo in simigliante occasione.
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