Da molti anni era già morto, il suo nome e il suo titolo erano già estinti, allorchè la contessa di Pomfret, viaggiando per la strada d'occidente, fu insultata dalla plebe, e si accôrse di non rimanere in sicurtà fra i discendenti di coloro che avevano veduto il Tribunale di Sangue(559).
Ma alla Corte, Jeffreys fu cordialmente accolto. Era il giudice tanto gradito al proprio signore. Giacomo aveva con interesse e diletto tenuto dietro alla missione di lui. Nelle sue sale ed a mensa aveva spesso favellato della devastazione che si stava facendo tra i suoi disaffezionati sudditi, con esultanza che rendeva attoniti i ministri stranieri. Di propria mano aveva scritto racconti di quella ch'egli, con frase faceta, chiamava la campagna del suo Lord Capo Giudice nelle contrade occidentali. Scrisse all'Aja, come parecchie centinaia di ribelli fossero stati condannati. Alcuni di loro erano già stati impiccati, altri lo sarebbero; i rimanenti verrebbero deportati alle piantagioni. Non giovò a nulla lo avere Ken scritto per implorare mercè al traviato popolo, e lo avere dipinto con commovente eloquenza l'orribile stato della propria diocesi. Lamentava come fosse impossibile procedere per le strade maestre senza vedere qualche terribile spettacolo, e come l'aria della Contea di Somerset fosse pregna di morte. Il Re lesse, e rimase, secondo il detto di Churchill, più duro del marmo de' camini di Whitehall.
LXV. A Windsor, il Gran Sigillo d'Inghilterra fu posto nelle mani di Jeffreys, e nel prossimo numero della Gazzetta di Londra fu solennemente annunziato che cosiffatto onore era la rimunerazione de' molti insigni servigi da lui resi alla Corona(560). In un periodo posteriore di tempo, allorquando gli uomini tutti di tutti i partiti parlavano con raccapriccio del Tribunale di Sangue, il malvagio Giudice e il Re malvagio provaronsi di scolparsi, gettandosi scambievolmente il biasimo addosso.
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