Il Nunzio segnatamente dichiarò, che niuna cosa poteva recare maggior detrimento agli interessi della Chiesa di Roma, che una rottura tra il Re e il Parlamento(590).
Barillon agiva per un altro verso. Gli ordini che aveva ricevuti in questa occasione da Versailles, sono degnissimi di studio; imperocchè porgono la chiave a conoscere la politica seguita sistematicamente dal suo signore verso l'Inghilterra nei venti anni che precessero la nostra Rivoluzione. Luigi scriveva, come le notizie giunte da Madrid fossero sinistre. Ivi fermamente speravasi che Giacomo avrebbe fatta stretta colleganza con la Casa d'Austria, appena si fosse assicurato che il Parlamento non gli darebbe molestia. In tali circostanze, importava molto alla Francia fare in modo che il Parlamento si mostrasse disubbidiente. A Barillon, quindi, fu dato comandamento di fare, con tutte le possibili cautele, la parte d'arruffamatassa. In Corte, non doveva lasciare fuggire il destro di stimolare lo zelo religioso e l'orgoglio regio di Giacomo; ma nel tempo stesso, doveva ingegnarsi di tenere secrete pratiche coi malcontenti. Siffatte relazioni erano rischiose e richiedevano somma destrezza; nondimeno, avrebbe forse trovato mezzo d'incitare, - senza mettere a repentaglio sè stesso o il proprio Governo, - lo zelo dell'opposizione per le leggi e le libertà dell'Inghilterra, e lasciare intendere che quelle leggi o libertà non erano dal Re di Francia guardate di mal occhio(591).
XII. Luigi, quando dettava coteste istruzioni, non prevedeva come presto e pienamente la ostinatezza e stupidità di Giacomo gli dovessero togliere dall'animo ogni inquietudine.
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