La risposta di Giacomo fu una fredda e austera riprensione. Manifestò dispiacere e maraviglia nel vedere che i Comuni avevano così poco profittato degli ammonimenti dati loro. "Ma," soggiunse "quantunque possiate seguitare a fare a modo vostro, io sarò fermissimo in tutte le promesse che vi ho fatte(598)."
I Comuni si radunarono nella loro sala mal satisfatti, e alquanto intimoriti. La più parte di loro portavano al Re alta riverenza. Tre anni d'oltraggi, e d'insulti più duri degli oltraggi stessi, bastavano appena a sciogliere i vincoli onde i gentiluomini Cavalieri erano legati al trono.
Il Presidente ridisse la sostanza della risposta del Sovrano. Successe per alcun tempo un solenne silenzio; poi si lesse regolarmente l'ordine del giorno; e la Camera si formò in Comitato per discutere la legge di riforma della milizia civica.
XV. Nondimeno, servirono poche ore perchè la opposizione si rifacesse d'animo. Come, sul cadere del giorno, il Presidente riprese il seggio, Wharton, il più ardito ed operoso de' Whig, propose di stabilire il giorno in cui la risposta del Re si dovesse prendere in considerazione. Giovanni Coke, rappresentante di Derby, quantunque fosse Tory conosciuto, secondò le parole di Wharton, dicendo: "Spero che noi tutti saremo Inglesi, e che poche parole altere non varranno a intimorirci e distoglierci dal proprio dovere."
E furono parole coraggiose, ma non savie. "Notate le sue parole! - Alla barra! - Alla Torre!" gridavano da ogni canto della sala. I più moderati proposero, che l'offensore venisse severamente ripreso: ma i Ministri insisterono con veemenza perchè fosse mandato in prigione.
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