Vantò gli sforzi e i sacrifici fatti dalla sua famiglia per la causa di Carlo I, e provò che Rumsey, quel desso che inventando una storiella aveva assassinato Russell, e poi Cornish dicendone un'altra, era testimone affatto indegno di fede. I Giurati, dopo qualche esitazione, lo dissero colpevole. Dopo una lunga prigionia, a Gerard fu concesso di redimersi(612). Hampden aveva ereditate le opinioni politiche e gran parte delle esimie doti dell'avo, ma era degenerato dalla probità e dal coraggio onde l'avo erasi tanto predistinto. E' pare che lo accusato, per crudele astuzia del Governo, fosse lungamente tenuto in una agonia di dubbio, affinchè la sua famiglia s'inducesse a pagare assai caro il perdono. Il suo spirito prostrossi sotto il terrore della morte. Condotto al banco degli accusati, non solo si confessò reo, ma disonorò il nome illustre ch'egli portava, con sommissioni e suppliche abiette. Protestò di non essere stato partecipe del secreto disegno di assassinare Carlo e Giacomo, ma confessò di avere meditata la ribellione; dichiarossi profondamente pentito del fallo, implorò la intercessione de' Giudici, giurando che ove la reale clemenza si stendesse sopra lui, dedicherebbe intera la vita a mostrare la propria gratitudine. I Whig a tanta pusillanimità divennero furiosi, ed altamente dichiararono lui meritare più biasimo di Grey, il quale, diventando testimonio del Governo, aveva serbato un certo decoro. Ad Hampden fu perdonata la vita; ma la sua famiglia pagò alcune migliaia di lire sterline al Cancelliere.
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