Altri cortigiani di minore momento estorsero da lui altre somme più tenui. Lo sciagurato aveva spirito bastevole a sentire la vergogna in cui s'era gettato. Sopravvisse di parecchi anni al giorno della propria ignominia. Ei visse per vedere il proprio partito trionfante, avere in esso importantissima parte, innalzarsi nello Stato, e far tremare i propri persecutori. Ma una rimembranza insopportabile gli attoscava tanta prosperità. Non riacquistò mai la gaiezza dello spirito, e finalmente di propria mano si tolse la vita(613). XXI. Che Delamere, ove avesse avuto mestieri della regia clemenza, l'avrebbe potuta ottenere, non è molto probabile. Egli è certo che tutto il vantaggio che la lettera della legge dava al Governo, fu adoperato contro lui senza scrupolo o vergogna. Era in condizioni diverse da quelle in cui trovavasi Stamford. L'accusa contro costui era stata portata dinanzi alla Camera de' Lordi mentre il Parlamento era in sessione, e però non poteva essere processato se non alla riapertura del Parlamento. Tutti i Pari avrebbero allora avuto un voto da dare, e sarebbero stati giudici di diritto e di fatto. Ma l'atto d'accusa contro Delamere non fu prodotto fuori se non dopo la proroga(614). Egli era, quindi, soggetto alla giurisdizione della corte del Lord Gran Maggiordomo. Questa corte, alla quale appartiene mentre è chiuso il Parlamento la cognizione de' delitti di tradimento e di fellonia commessi dai Pari secolari, era allora siffattamente costituita, che nessuno accusato di delitto politico poteva sperare un processo imparziale.
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