Ed ove lo fosse stata allorchè Giacomo II ascese al trono d'Inghilterra, ove la influenza de' Gesuiti, non che quella del Papa, avesse promossa una politica costituzionale moderata, è probabile che la grande rivoluzione, la quale in breve tempo cangiò le condizioni dell'Europa, non sarebbe accaduta. Ma anche avanti la metà del secolo diciassettesimo, la Società, inorgoglita da' servigi resi alla Chiesa, fidente nella propria forza, era divenuta disdegnosa del giogo. Sorse una generazione di Gesuiti disposti a lasciarsi proteggere e guidare dalla Corte di Francia, meglio che da quella di Roma; la quale disposizione non era lieve allorchè Innocenzo XI ascese al trono pontificio.
In quel tempo, i Gesuiti combattevano una guerra a morte contro un nemico da loro in prima spregiato, ma pel quale poscia erano stati costretti a sentire riverenza e timore. Mentre erano pervenuti al più alto grado di prosperità, furono sfidati da una mano di avversarii, che, a dir vero, non avevano influenza sopra i potenti del mondo, ma avevano fortissima fede religiosa ed energia intellettuale. Travagliavansi in una lunga, strana e gloriosa lotta del genio contro il potere. I Gesuiti chiamarono in soccorso loro, ministeri, tribunali, università, che risposero alla chiamata. Porto Reale si richiamò, e non invano, ai cuori ed alle menti di milioni d'uomini. I dittatori della Cristianità si trovarono, in un subito, nella condizione di colpevoli. Furono accusati di avere sistematicamente abbassata la mêta della morale evangelica a fine d'accrescere la loro influenza; e l'accusa fu formulata in modo che tirò a sè l'attenzione dello intero mondo, imperocchè il principale accusatore era Biagio Pascal.
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