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      Giacomo le scrisse, supplicandola e comandandole di partire. Confessava di averle promesso che le avrebbe detto addio col proprio labbro. "Ma conosco pur troppo" soggiungeva "lo impero che voi avete sopra di me. Non avrei forza d'animo bastevole a tenermi fermo nella mia risoluzione, se consentissi a rivedervi." Le offerse un legno per trasportarla, con tutti i comodi e il decoro, alle Fiandre; e le minacciò che ove non si fosse indotta ad andarsene quietamente, sarebbe stata mandata via per forza. La donna, in sulle prime, provò di destare la pietà del Re fingendosi inferma. Poscia prese il contegno d'una martire, ed impudentemente si spacciò di patir tanto per la religione protestante. Riprese quindi i modi di Giovanni Hampden, sfidando il re a mandarla via; nel quale caso se ne sarebbe richiamata ai tribunali. Finchè la Magna Carta e l'Habeas Corpus erano leggi del Regno, ella voleva starsi dove meglio le talentasse. "E in Fiandra" gridò ella "giammai! Ho imparato una cosa dalla Duchessa di Mazzarino mia amica, ed è di non fidarmi mai d'un paese dove siano conventi." Alla perfine, elesse l'Irlanda come luogo d'esilio, probabilmente perchè ivi era vicerè il fratello di Rochester suo protettore. E dopo molto indugiare, ella si partì, lasciando vittoriosa la Regina(644).
      La storia di questo stranissimo intrigo sarebbe incompiuta, ove non aggiungessi che esiste tuttora una meditazione religiosa, scritta di mano propria dal Lord Tesoriere, nel giorno stesso in cui la notizia ch'egli si provava di governare il suo signore per mezzo d'una concubina, fu trasmessa da Bonrepaux a Versailles.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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