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      I Gesuiti, con rigorose parole, dimostrarono al Re il pericolo dal quale era, quasi per miracolo, campato, dicendo come la riputazione, la pace e l'anima di lui fossero state poste a repentaglio per le trame del suo primo ministro. Il Nunzio, che volentieri avrebbe frustrato la influenza del partito violento, e cooperato cogli uomini moderati del Gabinetto, non potè onestamente e decentemente dividersi in questa occasione da Padre Petre. Lo stesso Giacomo, dopo che il mare lo ebbe partito dalle malíe onde era stato sì fortemente affascinato, non potè non sentire ira e dispregio verso coloro i quali s'erano studiati di governarlo per mezzo de' suoi vizi. Le cose successe era mestieri che gli facessero maggiormente stimare la sua Chiesa, e disistimare quella d'Inghilterra. I Gesuiti che, come correva la moda, erano chiamati i più pericolosi de' consiglieri spirituali, sofisti che sovvertivano tutto il sistema della morale evangelica, adulatori che andavano debitori del proprio potere principalmente alla indulgenza con cui trattavano i peccati de' grandi, lo avevano ritratto da una vita colpevole con rimproveri acri ed arditi, come quelli che Natan fece a David, o Giovanni Battista ad Erode. Dall'altra parte, i fervidi Protestanti, che parlavano sempre della rilassatezza de' casisti papali, e della malvagità di operare il male perchè se ne potesse conseguire il bene, avevano tentato di procurare il bene della propria Chiesa per una via considerata da ogni cristiano come gravemente criminosa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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