Molti esuli che erano andati pieni di gratitudine e di speranza a chiedere qualche soccorso, udirono la propria sentenza, e con la disperazione nel cuore partironsi.
XL. Si appressava il mese di maggio, mese stabilito per la ragunanza delle Camere; ma furono di nuovo prorogate sino a novembre(658). Non era strano che il Re aborrisse di vederle adunate; imperciocchè era risoluto di abbracciare una politica che egli sapeva bene essere da loro detestata. Da' suoi predecessori aveva ereditate due prerogative, i confini delle quali non sono stati rigorosamente definiti, e che, esercitate illimitatamente, basterebbero a sovvertire tutto l'ordinamento politico dello Stato e della Chiesa. Erano il potere di dispensare e la supremazia ecclesiastica. Per virtù dell'uno, il Re propose di ammettere i Cattolici Romani, non solo agli uffici civili e militari, ma anche agli spirituali. Per virtù dell'altra, sperava di rendere il clero anglicano strumento della distruzione della loro propria Chiesa.
Questo disegno si venne gradatamente esplicando da sè. Non si stimò sicuro cominciare concedendo allo intero corpo de' Cattolici Romani dispensa dagli statuti che imponevano pene e giuramenti; perciocchè non v'era cosa che fosse così pienamente stabilita come la illegalità di una tale dispensa. La Cabala nel 1672 aveva promulgata una dichiarazione generale d'Indulgenza. I Comuni, appena adunatisi, protestarono contro. Carlo II aveva ordinato che fosse cassata in sua presenza, ed aveva di propria bocca e con un messaggio scritto data assicurazione alle Camere, che l'atto che aveva cagionato tanto lamento, non sarebbe stato mai considerato come esempio precedente.
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