Pensavano, ad un'ora, e non senza ragione, che lo statuto il quale aveva distrutte tutte le corti cristiane del reame senza nulla sostituirvi, fosse soggetto a gravi obiezioni. E però lo revocarono, tranne nella parte che riferivasi all'Alta Commissione. Così le Corti Arcidiaconali, le Concistoriali, quella dell'Arcivescovo di Canterbury, l'altra così detta de' Peculiari, e la Corte dei Delegati furono richiamate a vita; ma l'atto per virtù del quale ad Elisabetta ed a' suoi successori era stata concessa la potestà di nominare Commissioni con autorità visitatoria sopra la Chiesa, non solo non fu rimesso in vigore, ma con parole estremamente forti fu dichiarato pienamente abrogato. È, dunque, chiaro, quanto può esserlo qualunque punto di diritto costituzionale, che Giacomo II non era competente a istituire una Commissione, con potestà di visitare e governare la Chiesa Anglicana(674). Che se così fosse stato, poco valeva che l'Atto di Supremazia, con parole alto sonanti, gli desse facoltà da correggere ciò che non era equo in quella Chiesa. Null'altro, fuorchè una macchina formidabile come quella, ch'era stata distrutta dal Lungo Parlamento, poteva forzare il clero anglicano a divenire strumento del Re per la distruzione della dottrina e del culto anglicano. Egli, perciò, nell'aprile del 1686, deliberò di creare una nuova Corte d'Alta Commissione. Il disegno non fu mandato subitamente ad esecuzione. Fu avversato da tutti i ministri che non erano ligii alla Francia ed a' Gesuiti.
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