Dopo, confessò che il tormento era stato crudele; ma mentre ci veniva trascinato, richiamava al pensiero la pazienza con che il Salvatore aveva portata la croce al Golgota; e ne ebbe tanto conforto, che se non fosse stato impedito dal timore d'incorrere nella taccia di vanaglorioso, avrebbe cantato un salmo con la voce ferma e lieta con che avrebbe adorato Dio nella congregazione. E fu eroismo da farci desiderare che fosse meno macchiato d'intemperanza e d'intolleranza(696).
LVI. Fra il clero anglicano, Johnson non trovò compatimento. Aveva tentato di giustificare la ribellione; aveva anche accennato di approvare il regicidio; e i preti della Chiesa d'Inghilterra, malgrado tanta provocazione, sostenevano tenacemente la dottrina della non-resistenza. Ma inquieti e impauriti vedevano il progresso di quella che essi consideravano dannosa superstizione; e mentre aborrivano dal pensiero di difendere la propria religione con la spada, battagliavano con armi di specie diversa. Il predicare contro gli errori del papismo, adesso era da loro considerato come dovere e punto d'onore. Il clero di Londra, il quale per meriti ed influenza primeggiava fra l'ordine sacerdotale, porse un esempio che intrepidamente seguirono i suoi confratelli in tutto il Regno. Se pochi spiriti audaci avessero osato tanto, sarebbero stati probabilmente riconvenuti dinanzi alla Commissione Ecclesiastica; ma era quasi impossibile punire un fallo che veniva commesso ogni Domenica da migliaia di teologi, da Berwick fino a Penzance.
| |
Salvatore Golgota Dio Johnson Chiesa Inghilterra Londra Regno Commissione Ecclesiastica Domenica Berwick Penzance
|