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      Ma, salvo qualche cattiva traduzione degli ammirevoli scritti di Bossuet, quelle tipografie non pubblicarono cosa alcuna che avesse il minimo pregio. Nessun savio e sincero Cattolico Romano poteva negare che i campioni della sua Chiesa, e per ingegno e per dottrina, erano di gran lunga inferiori ai loro avversari. Il più grande degli scrittori cattolici sarebbe stato reputato di terzo ordine. Molti di loro, anche qualvolta avessero qualche cosa da dire, non sapevano come dirla. La loro religione gli aveva esclusi dalle scuole e università inglesi; nè fino al tempo in cui Giacomo ascese al trono, essi avevano reputata l'Inghilterra gradita o nè anche sicura residenza. Avevano però spesa la più gran parte della loro vita sul continente, e quasi disimparata la lingua materna. Quando predicavano, il loro accento mezzo forestiero moveva a riso l'uditorio. Pronunziavano le parole a mo' di vetturini. La loro locuzione era deturpata da frasi straniere; e quando intendevano essere eloquenti, imitavano, come meglio potevano, quello che consideravasi come bello stile in quelle accademie italiane dove la rettorica, a que' tempi, era caduta nella più gran corruzione. Disputatori impacciati da tutti cotesti svantaggi, non avrebbero potuto, anche qualora il vero fosse stato dalla loro parte, far fronte ad uomini, lo stile de' quali rifulge mirabilmente di purità e di grazia(699). Le condizioni in cui la Inghilterra trovatasi nel 1686, non possono esser meglio descritte che con le parole dello Ambasciatore Francese.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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