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      Egli e vari altri de' suoi complici furono impiccati. Un soldato che accusavano d'avere gridato, mentre infuriava la sommossa, come egli desiderasse di dare addosso con la spada ad un papista, venne fucilato; in Edimburgo fu ristabilita la tranquillità: ma coloro che patirono il rigore del Governo furono considerati come martiri; e il Cancelliere papista divenne segno ad un odio mortale, che tra non molto tempo fu ampiamente appagato(712).
      LXII. La collera si accese nell'animo del Re. La nuova del tumulto gli pervenne mentre la Regina, aiutata dai Gesuiti, aveva pur allora riportata vittoria sopra Lady Dorchester(713) e i suoi collegati protestanti. I malcontenti si accorgerebbero, disse egli, che il solo effetto della resistenza che avevano fatta alla sua volontà, era di renderlo sempre più fermo nel proprio proponimento(714). Spedì ordini al Consiglio Scozzese di punire con estrema severità i colpevoli, e d'adoperare senza ritegno lo stivaletto(715). Simulò di essere profondamente convinto della innocenza del Tesoriere, e gli scrisse cortesissime parole; alle quali parole tennero dietro scortesissimi atti. Il Tesoro scozzese fu affidato ad una Commissione, in onta alle calde insistenze di Rochester, il quale probabilmente previde la propria sorte in quella del proprio parente(716). Queensberry fu nominato Primo Commissario, e Presidente del Consiglio Privato; ma la sua caduta, quantunque siffattamente addolcita, era sempre una caduta. Gli fu tolto anche il comando del Castello d'Edimburgo, ed in quel posto di fiducia gli successe(717) il Duca di Gordon, cattolico romano(718).


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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