LXXXI. La tempesta, invece, era appena incominciata. Mentre Clarendon studiavasi di appoggiarsi a Rochester, Rochester non bastava a sostenere sč stesso. Come in Irlanda il fratello maggiore, quantunque avesse le Guardie d'onore, la spada dello Stato e il titolo d'Eccellenza, era sottoposto di fatto al Comandante delle armi; cosė in Inghilterra il fratello minore, quantunque ritenesse il bastone bianco e la precedenza, in grazia del suo alto ufficio, sopra i grandi nobili ereditari, andava diventando un semplice impiegato nelle finanze. Il Parlamento fu nuovamente prorogato a un tempo lontano, contro i noti desiderii del Tesoriere. Nč anche gli fu detto che doveva esservi un'altra proroga, ma ei ne lesse la nuova nella Gazzetta. La effettiva direzione degli affari era passata nelle mani della cabala, che il venerdė pranzava a casa di Sunderland. Il Gabinetto si ragunava solo per udire la lettura de' dispacci giunti dalle Corti straniere; nč tali dispacci contenevano pių di quel che si sapesse alla Borsa Reale; imperocchč tutte le legazioni inglesi avevano ricevuto ordini di porre nelle lettere officiali solo i discorsi ordinari delle anticamere, e comunicare privatamente i segreti importanti a Giacomo stesso, a Sunderland o a Petre(777). E di ciō la vincitrice fazione non era paga. Coloro de' quali il Re si fidava, gli dicevano che la ostinatezza con che la nazione avversava i disegni di lui, era veramente da attribuirsi a Rochester. In che guisa avrebbe potuto il popolo credere che il sovrano fosse incrollabilmente risoluto a perseverare nella via nella quale s'era messo, vedendogli a lato, ostensibilmente primo per possanza e fiducia fra i suoi consiglieri, un uomo che, come tutti sapevano, disapprovava grandemente quella via?
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