Io conosco lui; egli conosce me; e non ho timore di nessuno." Il Francese rispose essere lieto, essere incantato di sentir ciò; e che l'unica cagione onde era stato mosso ad intromettersi in cotesta faccenda, era stata la sincera ansietà ch'egli provava per la prosperità e l'onore del suo egregio amico il Tesoriere. E in tal guisa partironsi, ciascuno illudendosi d'avere gabbato l'altro(783).
Intanto, malgrado le promesse di serbare il secreto, la nuova che il Lord Tesoriere avesse consentito ad essere ammaestrato nelle dottrine del papismo, erasi sparsa per tutta Londra. Patrick e Jane erano stati veduti entrare per quella porta misteriosa che conduceva alle stanze di Chiffinch. Alcuni Cattolici Romani che rigiravano in Corte, avevano indiscretamente o ad arte propalato tutto ciò che sapevano, ed altro ancora. I Tory aderenti alla Chiesa Anglicana, stavano ad aspettare più fondate notizie. Incresceva loro il pensare che il loro capo si fosse mostrato ondeggiante nelle proprie opinioni; ma non sapevano indursi a credere ch'ei sarebbe sceso alla abbiettezza d'un rinnegato. Lo sventurato ministro, straziato a un'ora dalle sue feroci passioni e dai suoi bassi desiderii, molestato dal pubblico biasimo e dalle parole allusive di Barillon, trepidante di perdere la riputazione e l'ufficio, si condusse alle secrete stanze del Re, col proponimento di mantenere lo impiego, ove avesse potuto farlo, abbassandosi ad ogni specie d'infamia, tranne una sola. Farebbe sembiante di tentennare nelle sue opinioni religiose, e d'essere mezzo convertito; prometterebbe di sostenere con ogni sua possa quella politica fino allora da lui oppugnata: ma nel caso che ei si vedesse ridotto agli estremi, ricuserebbe di abbandonare la propria religione.
| |
Il Francese Tesoriere Lord Tesoriere Londra Jane Chiffinch Cattolici Romani Corte Tory Chiesa Anglicana Barillon
|