Non č improbabile che l'ostacolo onde Guglielmo fu impedito di conseguire eccellenza nella strategica, contribuisse a rinvigorirgli lo intelletto. Le sue battaglie non lo mostrano un gran tattico, ma gli dānno diritto alla rinomanza di grand'uomo. Non v'era disastro che gli potesse far perdere la fermezza o lo impero della propria mente. Rimediava alle proprie sconfitte con celeritā talmente maravigliosa, che avanti che gl'inimici cantassero il Te Deum, era nuovamente pronto al conflitto; nč l'avversa fortuna gli fece mai perdere il rispetto e la fiducia de' soldati; fiducia e rispetto ch'egli massimamente doveva al proprio coraggio. La pių parte degli uomini hanno o con la educazione possono acquistare il coraggio di cui un soldato ha mestieri per condursi senza infamia in una campagna; ma un coraggio simile a quello di Guglielmo, č veramente raro. Egli sostenne ogni prova; guerre, ferite, penose ed opprimenti infermitā, fortune di mare, imminente e continuo pericolo d'essere assassinato; pericolo che ha prostrato uomini di vigorosissima tempra; pericolo che angosciō fortemente il carattere adamantino di Cromwell. Eppure non vi fu occhio che potesse scoprire qual fosse la cosa che il Principe d'Orange temeva. I suoi consiglieri con difficoltā lo potevano indurre a munirsi contro le pistole e i pugnali de' cospiratori(802). I vecchi marinari maravigliavano vedendo la compostezza ch'egli serbava fra mezzo agli ardui scogli d'un pericoloso littorale. Nelle battaglie il suo valore lo rendeva cospicuo fra le migliaia di strenui guerrieri, meritavagli il plauso degl'inimici, e non veniva mai posto in dubbio nč anche dalle avverse fazioni.
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